Distribuzione

La Società CH4 LIZZANO è stata costituitanel gennaio 1975 con oggetto sociale:la ricerca l’estrazione e l’utilizzazione di idrocarburie la loro vendita a terzi.

Nello stesso anno acquista dalla Società V.E.T.A. S.p.A. due Concessioni Governative per la ricerca e la coltivazione di idrocarburi.
Inizia, con proprie attrezzature, la perforazione di nuovi pozzi.
Nell’anno 1979, avuta la concessione dal Comune di Lizzano in Belvedere in Provincia di Bologna,
avvia la distribuzione e la vendita in rete del metano nel Capoluogo ed in alcune Frazioni.

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Un po’ di storia

L’Italia è uno dei pochi Paesi dove il metano è stato valorizzato come risorsa energetica, fin dai primi anni della scoperta dei giacimenti in Valle Padana e nel Mare Adriatico. Il metano, come fonte di energia nazionale, ha dato un notevole contributo allo sviluppo industriale del Paese negli anni Cinquanta e Sessanta.
In generale, lo sfruttamento del metano è cominciato solo di recente: in Europa poco più di 50 anni fa, con lo sviluppo di tecnologie che ne rendessero economicamente vantaggiosa l’estrazione e una rete di metanodotti (ovvero le condutture che portano il metano dal luogo di estrazione a quello di consumo) per una distribuzione più agevole. L’intera Europa è attualmente attraversata da metanodotti, un sistema di trasporto ideale perché a basso impatto ambientale: non incrementa il traffico in superficie e non si vede, grazie alla ricostruzione dell’ambiente circostante dopo lo scavo per la posa delle tubazioni. In Italia arrivano ben tre metanodotti, provenienti dall’Olanda (da cui importiamo il 10% di gas), dalla Siberia (da cui neimportiamo il 25%) e dall’Algeria (da cui ne importiamo il 31%). Quest’ultimo è il Transmed, il primo metanodotto transmediterraneo che inizia a Oued Saf Saf, al confine tra Algeria e Tunisia, e si snoda per 370 chilometri in Tunisia e oltre 1400 chilometri in Italia, passando con tubazioni sottomarine attraverso il canale di Sicilia.

Il processo

La filiera del gas

L’intero ciclo produttivo del gas si articola in:

Spesso, anche se non sempre, il gas naturale si estrae dagli stessi giacimenti di petrolio. Come il petrolio, infatti, il gas naturale è il risultato delle trasformazioni subite dalla sostanza organica depositatasi sul fondo di antichi mari e laghi (bacini sedimentari). Non vi è dunque una ricerca di gas naturale distinta da quella del petrolio, ma un’unica attività di ricerca degli idrocarburi: solo dopo la perforazione di pozzi esplorativi è possibile accertare la natura del deposito. Estrarre il gas naturale dal sottosuolo è abbastanza facile. Quasi sempre si trova intrappolato insieme al petrolio sotto uno strato di roccia. Date le grandi pressioni, non appena si finisce di trivellare il gas schizza fuori da solo e occorre solamente “infilarlo” in un tubo e indirizzarlo verso le sue destinazioni finali o nei centri di stoccaggio. Questi ultimi non sono serbatoi come quelli che si costruiscono per contenere il petrolio, ma giacimenti naturali esauriti dove un tempo c’era gas naturale, olio o acqua e che vengono oggi riutilizzati come veri e propri “magazzini” per il gas.

Il trasporto del metano su grandi distanze è iniziato nel 1958,attualmente il metano viene trasportato allo stato gassoso per mezzo di metanodotti, oppure con navi metaniere sulle quali viene caricato allo stato liquido (GNL o Gas Naturale Liquefatto). I metanodotti permettono il trasporto di ingenti quantità di metano direttamente dal luogo di produzione a quello di consumo, senza bisogno di alcuna operazione di carico e immagazzinamento. Individuato il tracciato più comodo e più sicuro, si scava una trincea, dove vengono calati i tubi d’acciaio del condotto precedentemente saldati tra loro. Per prevenire eventuali perdite, su ogni saldatura viene effettuata una radiografia, controllando che sia ben fatta. Contro la corrosione del metallo, la tubatura viene rivestita con bitumi, catrami e resine sintetiche e protetta con apposite apparecchiature elettriche. Infine il metanodotto viene interrato e il terreno viene riportato alle condizioni originarie. La presenza del condotto viene segnalata da una speciale segnaletica. Ogni 100-200 chilometri vengono installate stazioni di compressione che ristabiliscono la pressione sufficiente a far muovere il metano a una velocità di 20-30 chilometri all’ora. Le reti dei metanodotti comprendono anche stazioni di stoccaggio, nelle quali parte del metano viene tenuto a disposizione per eventuali situazioni di emergenza. Come depositi vengono usati preferibilmente i giacimenti esauriti situati presso le aree di maggior consumo. Le loro stesse caratteristiche geologiche garantiscono la massima sicurezza contro eventuali perdite. Quando non è possibile effettuare il trasporto tramite metanodotto (perché le distanze da superare sono eccessive o bisogna attraversare un tratto di mare troppo lungo) il metano viene liquefatto e trasportato con navi metaniere.
Attualmente il 25% del metano viene trasportato con questo mezzo. Il metano, liquefatto a -161 gradi
centigradi, ha un volume circa 600 volte minore del gas naturale originario. Una metaniera trasporta
mediamente 130.000 metri cubi di metano liquefatto che corrispondono a 78 milioni di metri cubi allo stato gassoso. I costi di trasporto con le metaniere sono più elevati perché occorre effettuare diversi trasbordi. Il primo consiste nel trasporto dal giacimento alla costa con un metanodotto. Poi il gas viene liquefatto e caricato su una metaniera dotata di serbatoi isolati termicamente. Infine, una volta scaricato dalla nave, esso viene nuovamente gassificato e immesso in un metanodotto. Durante il trasporto per mare una parte del metano evapora contribuendo a mantenere bassa la temperatura; in parte quest’ultimo viene utilizzato come combustibile dalla nave stessa.

Dai tubi di grande diametro della rete di trasporto nazionale si diramano migliaia di chilometri di tubazioni più piccole dette “di allacciamento”, che trasportano il metano alle industrie e alle abitazioni. Nelle reti cittadine, gestite dalle aziende distributrici, la pressione del metano viene mantenuta a livelli più bassi rispetto alle grandi reti di trasporto per motivi tecnici e di sicurezza. Attualmente, più del 30% del metano distribuito in Italia viene utilizzato nel settore civile. Prima di essere immesso nella rete di distribuzione, il metano viene “odorizzato”, cioè mescolato con una sostanza dall’odore molto forte denominata “mercaptani”. In questo modo, l’utente si accorge subito anche di una minima perdita.

È un combustibile fossile, come il petrolio e il carbone. È costituito da una miscela di idrocarburi, in massima parte metano, e da altre sostanze gassose come anidride carbonica, azoto, idrogeno solforato e, in qualche caso, elio. Le miscele che contengono soprattutto metano si dicono secche, mentre quando sono presenti anche idrocarburi come il propano e il butano sono umide.
Prima di essere avviato all’utilizzo, il gas naturale viene trattato in modo da eliminare l’anidride carbonica e l’azoto che lo rendono poco infiammabile, e l’idrogeno solforato che è un gas tossico e corrosivo. Ciò che resta è prevalentemente metano. Il metano è l’idrocarburo gassoso più semplice e quello con la molecola più piccola, formata da un atomo di carbonio e quattro di idrogeno (CH4). È più leggero dell’aria (alla temperatura di 15 gradi centigradi e alla pressione di 1013,25 millibar, ha un peso specifico di 0,678 chilogrammi al metro cubo), non ha colore né odore e non è tossico.
Il metano diventa liquido a una temperatura critica di -83 gradi centigradi, quando è sottoposto a una pressione di 45 atmosfere. Il passaggio allo stato liquido può avvenire diminuendo la temperatura o aumentando la pressione. Ad esempio, a -161 gradi centigradi il metano diventa liquido anche a pressione ambiente.