Sicurezza
Sicurezza
La sicurezza è una buona abitudine.
IL GAS NATURALE.
Per gas naturale si intende una miscela di idrocarburi, composta principalmente da metano e in misura minore da etano, propano e idrocarburi superiori. Può contenere anche alcuni gas inerti tra cui l’azoto e l’anidride carbonica. È un gas incolore, inodore e non tossico.
È composto da carbonio e idrogeno e la sua formula chimica è CH4.
Il gas metano ha un peso specifico di circa 0,55 kg/m³, inferiore a quello dell’aria e ha pertanto una naturale tendenza a salire verso l’alto (gas leggero). Tale elemento deve essere ben considerato ai fini della sicurezza, specialmente nelle problematiche di aerazione e ventilazione dei locali in cui sono installati gli apparecchi di utilizzazione. Le norme per gli impianti ad uso domestico alimentati a gas naturale sono contenute nella norma UNI CIG 7129.
La salvaguardia della sicurezza, per impianti di adduzione e apparecchiature per gas naturale, impone precisi obblighi da rispettare.
L’impianto di adduzione del gas combustibile deve essere eseguito a “Regola dell’arte”, nel rispetto di quanto previsto dalle Leggi:
- Delibera 6 dicembre 1971 n. 1083 “Norme per la sicurezza dell’impiego del gas combustibile”.
- Delibera 37/08 “Norme per la sicurezza degli impianti”, prescrive che l’installazione, l’ampliamento, la trasformazione e la manutenzione degli impianti a gas a valle dei contatori siano eseguite esclusivamente da operatori abilitati, in possesso di determinati requisiti tecnico-professionali, certificati da un “attestato di riconoscimento” rilasciato dalle Camere di Commercio o dalle Commissioni Provinciali per l’Artigianato; inoltre, che al termine dei lavori l’installatore rilasci una “dichiarazione di conformità” per attestare che l’impianto è stato realizzato secondo le normative vigenti. L’installatore avrà l’obbligo di indicare se il locale in cui si vuol fare l’impianto risponde alle necessarie prescrizioni per quanto riguarda la ventilazione (1), l’aerazione (2), l’evacuazione dei prodotti della combustione (3) nonché per l’ubicazione dell’apparecchio in funzione delle relative caratteristiche.
- UNI CIG 7129/08 “Impianti a gas per usi domestici alimentati da rete di distribuzione”.
Gli apparecchi di utilizzazione (caldaie, cucine, ecc.) devono anch’essi rispondere ai requisiti di fabbricazione previsti dalla Legge;
La direttiva comunitaria 90/396/CE prescrive che gli apparecchi a gas siano conformi alle norme nazionali che recepiscono le norme europee “armonizzate” ed alle prescrizioni della stessa direttiva. Per ottenere il diritto ad apporre la marcatura CE, i produttori debbono conformarsi ai requisiti imposti dalla direttiva.
- Chiudere la valvola del contatore o quella di ingresso della tubazione di alimentazione del gas nei locali di abitazione o quella della bombola, quando non si utilizzano gli apparecchi. Questa operazione va sempre eseguita in caso di assenza da casa, anche se di breve durata.
- Evitare di riempire troppo le pentole. La fuoriuscita di liquidi in ebollizione, infatti, può causare lo spegnimento della fiamma ed originare gravi incidenti.
- Lo scarico diretto nell’atmosfera è consentito solo in casi particolari laddove, negli edifici esistenti, non si possano rispettare i regolamenti comunali che prevedono lo scarico dei fumi oltre il tetto. E’ comunque necessario che l’impianto rispetti le normative vigenti. Per una corretta installazione è opportuno rivolgersi sempre a personale qualificato.
- Per garantire un utilizzo sicuro dell’impianto a gas, è necessario un continuo ricambio d’aria attraverso un’apertura fissa verso l’esterno. Questa deve avere una superficie adeguata alla potenzialità degli apparecchi installati e deve comunque essere non inferiore a 100 centimetri quadrati. Nel caso in cui la cucina non sia dotata, sul piano di cottura, del “dispositivo di sicurezza per assenza di fiamma”, l’apertura deve essere non inferiore a 200 centimetri quadrati. Inoltre l’apertura fissa deve essere ingrandita proporzionalmente alla portata di eventuali aspiratori elettrici, i quali sottraggono aria dall’interno dei locali.
- Se il gas che fuoriesce dal punto di fuga prende fuoco, si deve tentare – ove possibile – di bloccare rapidamente la perdita chiudendo la valvola di intercettazione posta a monte del punto di fuga.
- Arieggiare subito l’abitazione, aprendo finestre e porte.
- Non toccare interruttori e spine elettriche.
- Chiamare i Vigili del Fuoco / pronto intervento gas.
Chiunque usi, anche occasionalmente, gas metano o altro tipo di gas fornito tramite reti di distribuzione urbana o reti di trasporto, beneficia in via automatica di una copertura assicurativa contro gli incidenti da gas, ai sensi della delibera n. 152/03 dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas.
(Vedi sezione Modulistica – Assicurazione ai clienti Finali).
- Assicurazione ai clienti finale: Delibera 152/03 e Delibera 62/07 (sezione Modulistica)
- Accertamenti della sicurezza post contatore: Delibera 40/04 (sezione Modulistica)
- VENTILAZIONE – I locali dove sono installati gli apparecchi di utilizzazione devono essere adeguatamente ventilati al fine di far affluire l’aria necessaria per la combustione.
- AERAZIONE – I locali dove sono presenti apparecchi che scaricano nell’ambiente i prodotti della combustione, devono essere adeguatamente aerati per favorire il ricambio d’aria.
- EVACUAZIONE prodotti della combustione – Gli apparecchi che devono evacuare i fumi prodotti dalla combustione all’esterno dei locali di installazione, devono essere raccordati a sistemi di scarico come camini, canne fumarie, ecc., di sicura efficienza.
Gas metano
Gas metano
Metano, un gas naturale
Gli idrocarburi, costituiti unicamente di carbonio e idrogeno, sono le sostanze organiche di più semplice composizione esistenti in natura. Il gas metano, poi, ha la molecola più semplice tra tutti gli idrocarburi, formata da un solo atomo di carbonio e quattro di idrogeno (CH4).
Reperibile prevalentemente in giacimenti sotterranei, è più leggero dell’aria, inodore, incolore e, in determinate condizioni, infiammabile.
É importante ricordare che il metano interviene nel processo di formazione delle cosiddette “nubi nottilucenti” ed è uno dei principali componenti dell’atmosfera dei pianeti “esterni” (più lontani della Terra dal Sole), ovvero Giove, Saturno, Urano e Nettuno.
Qualità commerciale aziendale servizio di distribuzione
Qualità commerciale aziendale servizio di distribuzione
Con apposite delibere, l’Autorità per l’energia elettrica il gas e il sistema idrico (AEEGSI) impone, sia alle Società di Vendita e di Distribuzione, dei livelli specifici e generali di qualità commerciale del servizio erogato ai clienti finali.
Il mancato rispetto dei livelli specifici di qualità commerciale previsti comporta la corresponsione ai clienti finali di appositi indennizzi automatici, differenziati in base alla tipologia di utenza o al ritardo nell’esecuzione della prestazione.
È facoltà delle Società di Vendita e di Distribuzione definire propri standard specifici e generali di qualità, purché tali standard siano migliorativi rispetto a quelli minimi previsti.
L’AEEGSI differenzia gli indicatori di qualità commerciale, concernenti l’insieme di prestazioni rese ai clienti finali, in due tipologie: livelli specifici e livelli generali.
I livelli di qualità commerciale del servizio di distribuzione del gas naturale e relativi indennizzi, per il periodo di regolazione 2014-2019, sono stati definiti dall’AEEGSI con delibera 574/2013/R/gas del 12/12/2013 (RQDG – Tabelle E, F, G, H e L) mentre i livelli di qualità commerciale del servizio di distribuzione dell’energia elettrica e relativi indennizzi, per il periodo di regolazione 2016-2023, sono stati definiti dall’AEEGSI con delibera 646/2015/R/eel del 22/12/2015 (TIQE – Tabelle 13, 14, 15, 16 e 17).
I livelli di qualità commerciale dei servizi di vendita di energia elettrica e di gas naturale in vigore, e relativi indennizzi, sono stati definiti dall’AEEGSI con delibera 413/2016/R/com del 21/7/2016 (TIQV – Tabelle 1, 2, 3 e 4 e art. 19).
Info gas
Info gas
Nel mercato del gas già dal 1° gennaio 2003 è possibile scegliere il proprio venditore. Se la famiglia (o l’impresa con consumi fino a 200.000 metri cubi l’anno) non ha scelto alcun nuovo fornitore, continua a pagare il gas in base alle condizioni economiche standard definite dall’Autorità con i “prezzi di riferimento” aggiornati periodicamente in base al costo del combustibile.
Il cambio di fornitore è un’opportunità offerta dalla liberalizzazione e può essere fatto in qualsiasi momento, quando il consumatore lo ritiene opportuno. Chi non cambia venditore usufruisce delle condizioni economiche standard dell’Autorità. Tutti i venditori devono sempre includere tra le proprie offerte ai clienti domestici anche le condizioni di riferimento dell’Autorità; i clienti sono quindi liberi di sceglierle tra queste condizioni di riferimento e nuove offerte. Per i soli clienti domestici è possibile ottenere le condizioni di riferimento definite dall’Autorità, sia se stipulano un contratto per la prima volta sia se intendano riottenere le condizioni di riferimento dopo essere passati al mercato libero.
Cambiare fornitore di gas non costa. Se un’offerta sembra conveniente, basta stipulare il contratto con il nuovo fornitore prescelto: sarà lui ad inoltrare per conto del nuovo cliente la richiesta di recesso al vecchio venditore e ad occuparsi delle procedure per attivare la nuova fornitura.
Chi ha scelto un nuovo venditore può sempre cambiare scegliendone liberamente un altro, oppure tornare alle condizioni dell’Autorità. L’Autorità ha fissato tempi favorevoli ai consumatori per esercitare il “diritto di recesso” che estingue un contratto: a un cliente domestico può essere richiesto al massimo un mese di preavviso per passare a nuovo venditore; a una piccola impresa (con consumi fino a 200mila metri cubi) possono essere chiesti al massimo tre mesi di preavviso.
Se il contatore si blocca o registra i consumi in modo anomalo, senza che si verifichino dispersioni di gas, ci si deve rivolgere al proprio venditore per segnalare il problema ed eventualmente chiedere una verifica tecnica del contatore. Il venditore trasmetterà la richiesta di intervento al distributore: è lui che deve fare la verifica e, se il guasto è confermato, sostituire (gratuitamente) il contatore e ricalcolare i consumi. Se invece il guasto provoca una fuga di gas occorre telefonare immediatamente al servizio di pronto intervento, gestito dal distributore che ha l’obbligo di intervenire. Il numero telefonico da chiamare è indicato in bolletta e non cambia in caso di cambio del venditore. Per ogni tipo di reclamo ci si deve invece rivolgere al fornitore con cui si è firmato il contratto.
Non cambia nulla: l’Autorità ha stabilito che tutti i clienti con consumi fino a 200.000 metri cubi l’anno sono coperti da una assicurazione per gli infortuni, anche subiti dai familiari conviventi e dai dipendenti, gli incendi e la responsabilità civile per danni derivanti dall’uso del gas. Ogni cliente è quindi assicurato automaticamente, e indipendentemente da quale sia il loro fornitore, mediante il contratto di assicurazione nazionale stipulato dal Comitato Italiano Gas (Cig) a favore dei clienti.
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Tariffe Distribuzione
Distribuzione
Tariffe Distribuzione
Tariffe di distribuzione e misura:
Vengono rese disponibili le tariffe obbligatorie per il servizio di distribuzione e misura del gas naturale per l’anno 2015 come stabilite con la deliberazione 634/2014/R/gas coerentemente con quanto disposto dalla Deliberazione 367/2014/R/GAS e relativo Allegato A Parte II Regolazione delle tariffe dei servizi di distribuzione e misura del gas per il periodo di regolazione 2014-2019 per le gestioni d’ambito e altre disposizioni in materia tariffaria (RTDG 2014-2019).
In particolare si segnala che:
- AEEGSI ha aggiornato, i valori delle componenti delle tariffa obbligatoria per il servizio di distribuzione e misura del gas naturale per i sei macro ambiti nazionali, di cui all’art. 28 della RTDG, in particolare prevedendo una differenziazione delle quote fisse relative alla Misura (t1mis) e alla Distribuzione (t1dis) per calibro di contatore, inferiore o uguale a G6, compreso tra G6 e G40, e infine superiore a G40.
- Nelle tabelle sono state anche inserite ulteriori due componenti, a valore 0 €/PdR/anno, in quanto previste dalla del. 367/2014/R/GAS e relativo Allegato A, che saranno valorizzate dall’AEEGSI all’esito delle gare per l’affidamento del servizio di distribuzione per ambiti di prossimo avvio:
- la componente ST, in centesimi €/PDR, che riflette lo sconto tariffario offerto in sede di gara per l’aggiudicazione del servizio ai sensi delle disposizioni dell’art.13, c.1 punti i e ii del decreto 226/11, con applicazione a livello di ambito tariffario;
- la componente VR, in centesimi €/PDR, che riflette la differenza VIR e RAB e applicata a livello di ambito tariffario.
- La deliberazione 675/2014/R/com ha provveduto all’aggiornamento e alla rimodulazione dei valori delle componenti GS, RS, RE e UG1, come previsto dalla deliberazione 573/2013/R/GAS, introducendo elementi di degressività mediante la previsione di due distinte aliquote da applicare rispettivamente a consumi annuali fino a 200.000 smc e a consumi annuali superiori a 200.000 smc. Inoltre, la medesima deliberazione tab. 13 ha stabilito per l’anno 2015 i valori dell’ammontare della compensazione per i clienti domestici in stato di disagio economico (bonus gas) (vedi tabella bonus gas 2015). La delibera in oggetto ha confermato i precedenti valori delle componenti tariffarie applicata dall’impresa di trasporto GST e RET in vigore a decorrere dal 1 gennaio 2014 di cui alla tabella 8 della deliberazione 641/2013/R/COM.
- La deliberazione 131/2015/R/com ha provveduto all’adeguamento di due dei 3 elementi della componente UG3 della tariffa obbligatoria dei servizi di distribuzione e misura, di cui all’art. 27 della RTDG (Allegato A deliberazione 573/2013/R/GAS), in particolare:
- dell’elemento UG3INT a copertura degli oneri connessi a eventuali squilibri dei saldi dei meccanismi perequativi per FDD (fornitori del servizio di default) e degli oneri della morosità sostenuti dai fornitori di ultima istanza per i clienti finali non disalimentabili;
- dell’elemento UG3FT a copertura degli importi di morosità riconosciuti ai fornitori transitori del sistema di trasporto ai sensi della deliberazione 363/2012/R/GAS.
Qualità commerciale
Distribuzione
Distribuzione
La Società CH4 LIZZANO è stata costituita
nel gennaio 1975 con oggetto sociale:
la ricerca l’estrazione e l’utilizzazione di idrocarburi
e la loro vendita a terzi.
Nello stesso anno acquista dalla Società V.E.T.A. S.p.A. due Concessioni Governative per la ricerca e la coltivazione di idrocarburi.
Inizia, con proprie attrezzature, la perforazione di nuovi pozzi.
Nell’anno 1979, avuta la concessione dal Comune di Lizzano in Belvedere in Provincia di Bologna,
avvia la distribuzione e la vendita in rete del metano nel Capoluogo ed in alcune Frazioni.
Un po’ di storia
L’Italia è uno dei pochi Paesi dove il metano è stato valorizzato come risorsa energetica, fin dai primi anni della scoperta dei giacimenti in Valle Padana e nel Mare Adriatico. Il metano, come fonte di energia nazionale, ha dato un notevole contributo allo sviluppo industriale del Paese negli anni Cinquanta e Sessanta.
In generale, lo sfruttamento del metano è cominciato solo di recente: in Europa poco più di 50 anni fa, con lo sviluppo di tecnologie che ne rendessero economicamente vantaggiosa l’estrazione e una rete di metanodotti (ovvero le condutture che portano il metano dal luogo di estrazione a quello di consumo) per una distribuzione più agevole. L’intera Europa è attualmente attraversata da metanodotti, un sistema di trasporto ideale perché a basso impatto ambientale: non incrementa il traffico in superficie e non si vede, grazie alla ricostruzione dell’ambiente circostante dopo lo scavo per la posa delle tubazioni. In Italia arrivano ben tre metanodotti, provenienti dall’Olanda (da cui importiamo il 10% di gas), dalla Siberia (da cui neimportiamo il 25%) e dall’Algeria (da cui ne importiamo il 31%). Quest’ultimo è il Transmed, il primo metanodotto transmediterraneo che inizia a Oued Saf Saf, al confine tra Algeria e Tunisia, e si snoda per 370 chilometri in Tunisia e oltre 1400 chilometri in Italia, passando con tubazioni sottomarine attraverso il canale di Sicilia.
Il processo
La filiera del gas
L’intero ciclo produttivo del gas si articola in:
Spesso, anche se non sempre, il gas naturale si estrae dagli stessi giacimenti di petrolio. Come il petrolio, infatti, il gas naturale è il risultato delle trasformazioni subite dalla sostanza organica depositatasi sul fondo di antichi mari e laghi (bacini sedimentari). Non vi è dunque una ricerca di gas naturale distinta da quella del petrolio, ma un’unica attività di ricerca degli idrocarburi: solo dopo la perforazione di pozzi esplorativi è possibile accertare la natura del deposito. Estrarre il gas naturale dal sottosuolo è abbastanza facile. Quasi sempre si trova intrappolato insieme al petrolio sotto uno strato di roccia. Date le grandi pressioni, non appena si finisce di trivellare il gas schizza fuori da solo e occorre solamente “infilarlo” in un tubo e indirizzarlo verso le sue destinazioni finali o nei centri di stoccaggio. Questi ultimi non sono serbatoi come quelli che si costruiscono per contenere il petrolio, ma giacimenti naturali esauriti dove un tempo c’era gas naturale, olio o acqua e che vengono oggi riutilizzati come veri e propri “magazzini” per il gas.
Il trasporto del metano su grandi distanze è iniziato nel 1958,attualmente il metano viene trasportato allo stato gassoso per mezzo di metanodotti, oppure con navi metaniere sulle quali viene caricato allo stato liquido (GNL o Gas Naturale Liquefatto). I metanodotti permettono il trasporto di ingenti quantità di metano direttamente dal luogo di produzione a quello di consumo, senza bisogno di alcuna operazione di carico e immagazzinamento. Individuato il tracciato più comodo e più sicuro, si scava una trincea, dove vengono calati i tubi d’acciaio del condotto precedentemente saldati tra loro. Per prevenire eventuali perdite, su ogni saldatura viene effettuata una radiografia, controllando che sia ben fatta. Contro la corrosione del metallo, la tubatura viene rivestita con bitumi, catrami e resine sintetiche e protetta con apposite apparecchiature elettriche. Infine il metanodotto viene interrato e il terreno viene riportato alle condizioni originarie. La presenza del condotto viene segnalata da una speciale segnaletica. Ogni 100-200 chilometri vengono installate stazioni di compressione che ristabiliscono la pressione sufficiente a far muovere il metano a una velocità di 20-30 chilometri all’ora. Le reti dei metanodotti comprendono anche stazioni di stoccaggio, nelle quali parte del metano viene tenuto a disposizione per eventuali situazioni di emergenza. Come depositi vengono usati preferibilmente i giacimenti esauriti situati presso le aree di maggior consumo. Le loro stesse caratteristiche geologiche garantiscono la massima sicurezza contro eventuali perdite. Quando non è possibile effettuare il trasporto tramite metanodotto (perché le distanze da superare sono eccessive o bisogna attraversare un tratto di mare troppo lungo) il metano viene liquefatto e trasportato con navi metaniere.
Attualmente il 25% del metano viene trasportato con questo mezzo. Il metano, liquefatto a -161 gradi
centigradi, ha un volume circa 600 volte minore del gas naturale originario. Una metaniera trasporta
mediamente 130.000 metri cubi di metano liquefatto che corrispondono a 78 milioni di metri cubi allo stato gassoso. I costi di trasporto con le metaniere sono più elevati perché occorre effettuare diversi trasbordi. Il primo consiste nel trasporto dal giacimento alla costa con un metanodotto. Poi il gas viene liquefatto e caricato su una metaniera dotata di serbatoi isolati termicamente. Infine, una volta scaricato dalla nave, esso viene nuovamente gassificato e immesso in un metanodotto. Durante il trasporto per mare una parte del metano evapora contribuendo a mantenere bassa la temperatura; in parte quest’ultimo viene utilizzato come combustibile dalla nave stessa.
Dai tubi di grande diametro della rete di trasporto nazionale si diramano migliaia di chilometri di tubazioni più piccole dette “di allacciamento”, che trasportano il metano alle industrie e alle abitazioni. Nelle reti cittadine, gestite dalle aziende distributrici, la pressione del metano viene mantenuta a livelli più bassi rispetto alle grandi reti di trasporto per motivi tecnici e di sicurezza. Attualmente, più del 30% del metano distribuito in Italia viene utilizzato nel settore civile. Prima di essere immesso nella rete di distribuzione, il metano viene “odorizzato”, cioè mescolato con una sostanza dall’odore molto forte denominata “mercaptani”. In questo modo, l’utente si accorge subito anche di una minima perdita.
È un combustibile fossile, come il petrolio e il carbone. È costituito da una miscela di idrocarburi, in massima parte metano, e da altre sostanze gassose come anidride carbonica, azoto, idrogeno solforato e, in qualche caso, elio. Le miscele che contengono soprattutto metano si dicono secche, mentre quando sono presenti anche idrocarburi come il propano e il butano sono umide.
Prima di essere avviato all’utilizzo, il gas naturale viene trattato in modo da eliminare l’anidride carbonica e l’azoto che lo rendono poco infiammabile, e l’idrogeno solforato che è un gas tossico e corrosivo. Ciò che resta è prevalentemente metano. Il metano è l’idrocarburo gassoso più semplice e quello con la molecola più piccola, formata da un atomo di carbonio e quattro di idrogeno (CH4). È più leggero dell’aria (alla temperatura di 15 gradi centigradi e alla pressione di 1013,25 millibar, ha un peso specifico di 0,678 chilogrammi al metro cubo), non ha colore né odore e non è tossico.
Il metano diventa liquido a una temperatura critica di -83 gradi centigradi, quando è sottoposto a una pressione di 45 atmosfere. Il passaggio allo stato liquido può avvenire diminuendo la temperatura o aumentando la pressione. Ad esempio, a -161 gradi centigradi il metano diventa liquido anche a pressione ambiente.